Il tuo caffè del mattino è amico delle foreste?

FSC Italia · 20 Settembre 2016
© Pexels

I rischi di perdita di foreste sono enormi per il Pianeta; tuttavia, il disboscamento illegale è solo una parte del problema. Esistono poi pratiche legali e moderni metodi agricoli che possono essere impiegati per salvaguardare questo enorme patrimonio. Il Direttore Generale di FSC® Kim Carstensen ci fornisce un nuovo punto di vista sulla deforestazione globale.

Voglio essere sincero: gli impegni del vertice COP21 non sono perfetti, ma sono molto felice di vedere il forte consenso sulla percezione che le foreste siano fondamentali per mitigare i cambiamenti climatici.

Tutti dovrebbero infatti sapere che più foreste perdiamo, peggio è per il Pianeta. Secondo le ultime ricerche, la deforestazione è responsabile di circa l’8% delle emissioni globali, e se a ciò si aggiunge il degrado forestale, gli effetti globali sono devastanti.

Ma ciò che può essere meno noto è che la deforestazione non è solo connessa ad attività illegali nei Paesi tropicali: perfino le vostre abitudini quotidiane potrebbero effettivamente essere parte del problema.

Il problema della ‘deforestazione legale’

Per comprendere la realtà della deforestazione, è importante capire esattamente il significato del termine. Troppo spesso si sente parlare della deforestazione come taglio degli alberi; si taglia un albero, e la foresta è compromessa per sempre. Ebbene, questo può benissimo essere il caso, e ve ne sono molti esempi in tutto il mondo; ma ci sono anche molti modi di tagliare gli alberi senza distruggere la foresta.

Il vero problema infatti non è il taglio degli alberi di per sé, ma il non assicurarsi che la foresta venga gestita responsabilmente sia prima che dopo il taglio. Il Forest Stewardship Council® vuole fare in modo che le foreste certificate siano foreste ben gestite; in questo modo non contribuiscono alle emissioni da deforestazione.

Tuttavia, troppo spesso, gli alberi vengono tagliati e non sostituiti con nuovi alberi: le foreste vengono così trasformate in terreni degradati destinati al pascolo o all’allevamento, oppure a colture come il caffè o la soia. Ed è proprio quando gli alberi vengono tagliati, e la foresta non viene sostituita, che si ha il vero impatto della deforestazione.

Si potrebbe pensare che la deforestazione sia una pratica illegale, ma in molti casi questo tipo di attività sono perfettamente legali. Vediamo esempi di ‘deforestazione legale’ in molti Paesi in tutto il mondo; si tratta, purtroppo, di una grande tendenza a livello globale, guidata dalla crescente domanda di prodotti come l’olio di palma, carne e caffè. In Brasile, per esempio, la deforestazione legale è aumentata del 16% dal 2014.

Se lasciate incontrollate, queste attività porteranno un colpo devastante agli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio nel mondo. Questo è il motivo per cui è importante che i Paesi del mondo si attengano agli impegni assunti a Parigi; la riduzione delle emissioni che derivano da deforestazione e degrado forestale è di vitale importanza.

Sappiamo tutti che il mantenimento delle foreste (o il loro ripristino) piantando alberi o consentendo loro di ricrescere naturalmente è un modo molto efficiente per lo stoccaggio del carbonio: continuando invece a distruggere le foreste e gli alberi, rilasciamo sempre più gas nocivi nella nostra atmosfera.

Questo non vuol dire che foreste e campi coltivati ​​non possano coesistere

Naturalmente, il mondo ha bisogno dell’agricoltura, e una popolazione mondiale in crescita avrà necessariamente bisogno di più cibo, e quindi alcune di queste coltivazioni dovranno avvenire in aree che potrebbero anche contenere foreste. Fortunatamente, è del tutto possibile aumentare l’area disponibile per entrambe – foreste e agricoltura. Ai tropici, questo richiederà ad esempio un mix di restauro delle foreste e piantagioni sulle aree degradate; ed è solo questione di accordarsi su quale approccio scegliere.

Un nuovo accordo raggiunto dalla Brazilian Coalition on Climate, Forests and Agriculture implica il ripristino di 12 milioni di ettari di foresta entro il 2030, che verranno utilizzati sia per la protezione degli alberi autoctoni che per l’agricoltura sostenibile. E’ questo il genere di iniziative che aiutano a creare sistemi forestali e di agricoltura eco-friendly, con benefici per il mondo intero.

Speriamo di espandere questo modello nei prossimi anni, perché abbiamo bisogno di trovare e rendere utili le terre che abbiamo già distrutto – piuttosto che distruggerne ancora. Ciò dipende però da una maggiore consapevolezza sulla buona gestione forestale, e da una scelta consapevole da parte dei consumatori di prodotti con il marchio FSC, il marchio della gestione forestale responsabile.

Se saremo in grado di raggiungere insieme questo obiettivo, allora potremo presto godere di una tazza di caffè senza preoccuparci dei suoi costi in termini ambientali.

Chi siamo

FSC è un'organizzazione internazionale non governativa, indipendente e senza scopo di lucro, nata nel 1993 per promuovere la gestione responsabile di foreste e piantagioni.

Include tra i suoi membri ONG e gruppi ambientalisti, sociali, proprietari forestali, industrie che commerciano e lavorano il legno e la carta, gruppi della Grande Distribuzione Organizzata, ricercatori e tecnici, per un totale di quasi 900 membri.

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